Monday, June 16

La Cura

5giugno2006h.8.50
ho la mano sbrodolata di jogurt e oggi è lunedì. C’è qualcosa di stupido e sconvolgente e logico nel fatto che finisca la scuola; ma almeno questa cosa mi fa stare tranquilla e mi rende meno insopportabile lo stare qui mentre fuori c’è il sole. Tra un po’ le parole inutili che continuano a rumoreggiare dentro questa stanza si scioglieranno, e anche se volessero continuare per tutta l’estate lo faranno altrove, lontano dalle mie orecchie. Oh merda. Ci fanno vedere un film. Noi stiamo qui nel nostro recinto personale mentre qualcuno trascina un proiettore grondante cavi elettrici in classe, qualcun altro sbatte giù le persiane tutte storte perchè non sa chiuderle, e altri incaricano uno di far partire il dvd, con grandi cori indignati di imprecazioni se la scena non è quella giusta. Non per fare la rompiballe, ma generalemente odio i film a scuola. Tu lo guardi e magari siccome sei rincoglionito e assonnato, dopo un po’ la cosa ti prende e sei lì tutto attento e rapito e loro te lo spengono perchè è finita l’ora, e tu rimani lì come un coglione mentre rialzano le persiane violentemente e la luce che ti abbaglia e ti ricorda che è tutto normale, la tua vita non è quella del film, ok? Sei ancora qui, alla fine.

h.9.59

L’aula risuona dell’ora di religione. È successo esattamente quello che avevo previsto, cioè hanno chiuso di colpo il film, alzato le persiane con la luce fioca ma terribilmente abbagliante, sonno, mal di schiena, occhi che fanno male eccetera.
Il prof ci informa che dio è padre e madre insieme. Faccio un faticoso ragionamento logico per cercare di assimilare questa nuova cosa ma non ci riesco molto. Però è interessante come cosa. Sta cercando di terrorizzarmi ma la mia coscienza è come coperta da una corazza tipo giubbotto antiproiettile. È un periodo di non-assimilazione degli stimoli esterni, chiusura totale e sonno, molto sonno. Vegeto come una piantina di marijuana coltivata in un armadio. Perchè alla fine non me ne frega un cazzo di tutto questo; perchè io ora guardo fuori e anche se il cielo e il sole e le nuvole c’entrano inevitabilmente con tutto questo, non ho voglia di pensare e di sbattermi a parlare a capire ad approfondire la fede e i sacramenti e la ragione ecc di cui lui sta parlando e di cui a me, inspiegabilmente, non interessa nulla.
Forse sono più interessata all’estate che sta arrivando, anche se in questo momento, tanto per cambiare, pure questo non mi esalta granchè. L’estate è solo una tabella nella mia testa.
È una bella tabellina tripartita, tre mesi che si chiamano giugno luglio e agosto e nella mia mente sono rispettivamente giallo, arancione e rosso; non so perchè, è una cosa che ho da quando sono piccola. È la stessa, precisa immagine di quand’ero piccola. Se la guardi bene, è odiosa anche lei cazzo. È tutta una discesa verso settembre. E settembre è una discesa verso giugno, e poi? Che cazzo di visione di merda....bè comunque non è sempre così.
È così solo quando sono confusa e addormentata come adesso. Merda. Forse dovrei ascoltare religione. Bene. Tra un po’ suona. Suona sempre. Ha sempre suonato, anche alle elementari e alle medie e quando non passava più e quando continuavi a guardare l’orologio. Suona e ti dice: hey, è finita, vedi? Non è poi così terribile.

Sto per avere un collasso. Se non la pianta di parlare lo uccido. Non ne posso più delle parole di merda oh merda ci sta chedendo un parere, ci sta chiedendo di parlare, chiede – cosa vi ha lasciato questa scuola? – merda merda merda questo significa che adesso, dopo il silenzio stordito loro si metteranno a parlare e dire cose senza senso con le loro vocette.
E in tutto questo io sto qui e non è che mi senta moralmente più in su degli altri, sono qua in fondo a scrivere con un orecchio svogliato e cinico e attento ma troppo addormentato e chiuso per farsi coinvolgere troppo, una specie di istinto di sopravvivenza per evitare di impazzire. Perchè il problema è che io non sto aspettando gesù o la fine del mondo o il buddha o il miracolo o l’apparizione della vergine, oppure la vita o la felicità, io sto aspettando l’intervallo.

Una breve pausa in cui ci fanno uscire dalla Gabbia principale.

Il grande Criceto ci proprone La Cura. La Cura è Provare. Non me ne frega un cazzo ma fa niente. Sono troppo distratta perchè mi sembra di guardare da fuori il mio cervello che ribolle sommessamente borbottando come l’acqua sul fuoco. Mi rifiuto di pensare che questa sia la mia vita. Ma dov’è? Oh merda l’ho persa di nuovo.

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