Saturday, January 3

ventitré



Povera piccola. Lui ti ha deluso, non è così? 
Ultimamente dormo in un sacco a pelo per abituarmi all'assenza e ai futuri spostamenti. Dovresti farlo anche tu.
Ora ne parli disinvolta e divertita, ma come potevi sapere di lei? Non guardare me: nemmeno io ne sapevo nulla. Un piccolo pezzo di mondo, il tuo, è scosso d'improvviso e dalle fondamenta, e non ci sei abituata. Vorrei poterti aiutare...vorrei volerti aiutare...ma non è così. La mia naturale disposizione a mettere le persone a proprio agio si sta ingolfando. Quando è troppo è troppo. Non ho più intenzione di ascoltare le vostre storie piagnucolose, e far finta che mi interessino, e cercare per voi soluzioni. Il mio tempo è prezioso. Un egoismo ancestrale avanza a passo trionfante spazzando via le questue inutili di chi non merita le mie attenzioni. Bisogna saper scegliere. La terra non perdona nessuno, e per quanto si auspichi che essa sia lieve, la verità è che non lo è mai veramente. La terra è scura, umida e soffocante. La vita è breve e io fatico a fermare gli attimi di questa corsa maledetta. Per cui mi dispiace, lui ti ha tradita, ma che vuoi farci? Io non ho soluzioni per te. Molti giorni di liceo polverosi, lenti, grigi, sono stati usati per cercare soluzioni a problemi come il tuo, ma allora sembrava tutto così enorme; in attimi di pausa pranzo con la scuola deserta ogni nostro sguardo e ogni sentimento era dotato di forza soverchiante, tragica e senza redenzione come solo un giorno dell'adolescenza sa essere.
E ora tu vorresti stabilire un contatto, venirmi accanto e metterti alla pari, vorresti una qualche fratellanza senza sapere quel che io so, quel che io e lui sappiamo e che tu e il resto del mondo ignorate, davvero vorresti questo?
Mi dispiace davvero, ma è finito il tempo per avere una qualche pietà di voi. Io aiuto chi si offre a me con animo puro. Senza paura e senza certezze. La notte è nera e molti sono in cerca. Ho avuto i miei momenti di buio totale e con le mie gambe ne sono uscita. Non ricordo vi fossero braccia tese da afferrare per uscire più in fretta. Ricordo una disperazione silenziosa, strisciante, senza parole e senza redenzione, una tristezza senza senso nè direzione. Sento ancora l'eco di risate lontane e ovattate, le vostre. Ricordo la sensazione, vivida e bruciante, di aver subito un tradimento ben più grave di tutti quelli che si sarebbero verificati dopo, l'archetipo, la matrice di ogni tradimento, anzi di ogni inganno. La psicanalisi ha detto: il mondo è quella cosa che a un certo punto mi delude.
Avvenne proprio così, come avviene alla fine di ogni infanzia. La vita che avrei voluto non era disponibile: e quella che avevo addosso, in cui mi muovevo goffa e ridicola, era l'unica vita possibile. Gli sguardi di disprezzo, le risate di scherno, odiose, assumevano i tipici tratti del destino immutabile.
Ma anche questo era falso. Passato il liceo ogni cosa ha ripreso le sue dimensioni normali. Non era falso in quel preciso momento: si è rivelato tale, nel tempo. La verità è sempre un disvelarsi: aletheia

La verità è un processo mai concluso. Oggi che so queste cose, solo oggi, la mia inquietudine ha un nome e ha una voce: eros, che ogni cosa manda avanti in movimento incessante.
Per cui, come vedi, qua non c'è nulla di definitivo. Si scoprono molte cose pur senza chiederle. Ma non pensare che voglia tranquillizzarti. Il mio lavoro di paladina degli afflitti è terminato stasera. L'ho deciso dopo un lungo tergiversare. Io e lui ci guardavamo negli occhi e la notte era perfetta e sembrava infinita. Sappi che io non ho pensato a te nemmeno per un secondo. Lui, non so. Neanche questo mi interessa. Sappi che ogni mia mossa d'ora in avanti sarà già vittoria. Attesa paziente senza un reale interesse. Guarderò ogni cosa da fuori senza che il mio pensiero se ne occupi. Oggi è il ventitré e un anno fa vagavo per le strade in attesa di una risposta.
In un anno ho imparato a dare nomi nuovi alla realtà che lenta si disvela. Ho imparato a convivere con sentimenti ambivalenti. Ogni anno è una scoperta. Ho raggiunto la cima del muro e la scala a questo punto non mi serve più, come Wittgenstein. Ma forse quello valeva solo a livello teorico. Un anno fa uscivo nella notte cercando disperatamente un segno. Non ero tanto diversa da un pazzo qualunque, che urla le sue pene ai prati e al cielo.
Pioveva, e lo ricordo come fosse ieri.
Poi è successo davvero di tutto.