Friday, September 20

Maledettamente ridicoli

Non siamo maledettamente ridicoli? 
KK pensa intensamente a questa cosa, e a se stessa e ai suoi desideri, e non prova nulla. Ripensa con grande concentrazione a ciò che vorrebbe dire, guarda dentro di sé. Non trova niente. 
Tuttavia il tempo avanzerà ugualmente, e mangerà tanti di quei giorni ancora, giorni inutili come questo. In fin dei conti che importanza hanno, i giorni, in sé e per sé? Ognuno si inventa eventi e cose da fare perché i giorni si differenzino gli uni dagli altri, e perché messi assieme e visti da lontano siano una storia. Ma restano una semplice invenzione.

Allora KK vorrebbe ora inventare un nuovo modo di essere, di esistere, vorrebbe dire una nuova vita ma ancora non è quello il punto. 
Ci sarebbe da cambiare proprio tutto
KK vorrebbe ora ridere in preda all’alcol e incrociare i suoi occhi e vedervi una luce, un lampo che dice , aspetta solo un attimo, stiamo qui a studiarci da lontano, non aver fretta, non preoccuparti che prima o poi succederà qualcosa, e prima che tu possa aprir bocca io sarà ormai troppo vicino, e capirai tutto, tutto il mondo in uno sguardo che desidera solo te e di cui nessuno davvero sa nulla. Oh sì. Nessuno sospetta nulla, qui attorno. KK ama la complicità. KK a tratti vivrebbe solo di quei tuoi sguardi, che prima di essere tuoi erano di molti altri esseri umani come te, nei quali in momenti diversi quell’energia si è concentrata; su di loro, gli amori temporanei, le infatuazioni senza meta precisa, KK ha investito tutta se stessa, e questo accadeva ogni volta, per ognuno, singolarmente. Forse varrebbe la pena di farsi uno schema con la durata di quegli amori maledetti, pensa KK, in modo da sapere in anticipo quanto durerà il prossimo, e quanto durerà quello presente, e se è possibile evitarne la ripetizione, o alleviare la pur piacevole sofferenza che ci causa. KK non sa davvero più cosa pensare. Un anno fa, questo, e molte altre cose, erano in effetti impensabili. Ma invece succede sempre, maledizione. KK è presa da due cose contemporaneamente, anzi forse la prima è ora passata in secondo piano. Il nuovo temporaneo ha preso il sopravvento. L’altra, l’altro, ciò che era primo ed era sembrato, con grande cautela, per sempre, è ora una stanza buia, una luce spenta, è semplicemente invisibile. La nuova luce dell’altro temporaneo acceca.
Bisogna stare attenti all’accecamento, KK, ricordalo sempre. 
Ma si sta così bene, senza pensare troppo. In queste giornate che sembrano senza senso, in cui tu sei assente anche se ripetiamo che va tutto bene, l’accecamento è tutto. L’accecamento è l’unica cosa possibile, quella che permette a KK di andare avanti. KK chiude gli occhi e cerca di capire. KK soffre in silenzio guardandovi da lontano. KK è sempre stata leale ma non ha mai voluto sentirsi così. 
Vorresti forse una pausa da tutto, non è vero? 
Credo di sì, dice KK candidamente. Io voglio poter parlare chiaro, aggiunge. Poi, silenzio. KK con la testa sott’acqua pensa di nuovo ai tuoi occhi nella sera calda umida, è uno smarrimento senza parole, silenzioso, un cenno invisibile e solo per noi, un sorriso che vuol dire tutto. Cosa aspetti, KK? Cosa aspetti perché tutto, nella tua esistenza, diventi reale?