Thursday, March 26

25 cose

1. Potrei decidere di non mangiare niente, stasera. Potrei invertire il mio statuto ontologico. Cosa so io di tutto questo? Che diritto ho io di dividere la mia giornata in minuti, ore e riempirla di cose da fare? Chi ha deciso che i giorni vanno usati in questo modo? Chi ha detto che la cena è la cena e il pranzo è il pranzo? Come dev’essere, questo mondo, per me che non so cosa farne? Che non so che fare di me e di te, e non so cosa viene domani, non so come riempirò il mio domani? E chi ha deciso che tutto quello che facciamo nel nostro giorno sia da vedere come mattoncini da accumulare, come pezzi di qualcosa da mettere insieme, chi l’ha deciso questo e perchè noi ora lo accettiamo senza domandarci niente? e perchè ci fanno distogliere gli occhi da tutto quello che è meraviglioso? E perchè abbiamo tanta paura di quello che sentiamo nostro? Non c’è necessità. Non c’è nulla. Niente tiene davanti a questo. Perchè nessuno vuole guardare in faccia quello per cui siamo fatti?



2. Non so chi sei. Ma eri qui, oggi. Non mi interessa, davvero. Non pensare che mi interessi cosa pensi in questo momento, o cosa tu faccia quando te ne vai da qui, e cosa fai quando sei a casa. Non mi interessa delle facce che fai davanti allo specchio, di come ti allacci le scarpe, se a colazione mangi latte e cereali, e cosa ti piace fare e cosa pensi di oggi e di tutti i giorni.

Per ora niente di tutto questo, niente niente ora conta. È un giorno ventoso, oggi. È un giorno azzurro, non come quelli veri, in cui l’azzurro aveva dentro una specie di finalità a cui tendere, una promessa verso il futuro, ma è pur sempre cielo blu sopra di noi. La valle è un po’ verde. Chiara e limpida. È solo per colpa di questo giorno se io adesso sono così; è colpa di questi strani odori portati in quà e in là, è colpa di sensazioni che mi assordano ed è colpa di questo giorno abbagliante se io ora ti guardo e anche se non mi è mai interessato niente e anche se non ci ho mai pensato, ora vorrei stare qui e lasciare che questo odio si sciogliesse e vorrei, vorrei solo prenderti per mano; e mi piace il tuo viso nel sole; e mi piace questo giorno e questo vento; e non mi interessa nient’altro, non ho nessuna spiegazione, non voglio che ci sia alcuna spiegazione. Voglio solo prenderti per mano, via, via da queste ombre e via da tutti i fantasmi, lo so che lo vuoi anche tu.

Sorridi e trema l’acqua del lago lontano sotto lame di sole.

E tutto è qui, ora, in questo singolo istante. Tutto può finalmente aprirsi e rendersi comprensibile, e non c’è più bisogno di nient’altro, che venga da fuori a dirci cosa fare, tutto è qui, adesso, nell’istante perfetto, dove lago, sole, neve, e i tuoi occhi scuri, cielo, vento e il tuo respiro calmo, si placano assieme, si addormentano senza suoni, come quiete della notte dopo un giorno tempestoso.


3. Saranno venticinque, non temete. Saranno anche molte più di venticinque. E' solo un numero simbolico, credo. Come sette volte sette, che in realtà vuol dire infinito. Ma di questo c'è da riparlarne.