21 giugno 2013, ore ?, giorno, da qualche parte sopra l'altopiano siberiano
_Le piace proprio tanto, guardare dal finestrino, non è vero?
KK: - Oh sì. Mi piace. È anche
troppo piccolo. Mi faccio venire il torcicollo per poter guardare giù, cercando
il punto più lontano sotto di me.
_ È l'unica a tenere questo comportamento in tutto l'aeroplano. Nessuno
pare interessarsi di ciò che accade nel cielo sotto di noi. Gli italiani
mangiano, guardano film. I giapponesi dormono. Si sono addormentati quasi
all'istante dopo il decollo. Alcuni in posizioni imbarazzanti. Oh, non la trova
una cosa interessante?
KK: - Molto. Si addormentano come
bambini appena salgono su un mezzo qualunque. Si addormentano con in mano il
telefono, spesso mentre sono in piedi. È indubbiamente un fenomeno da
approfondire.
_Non le capita mai? Di addormentarsi così, intendo.
KK: - direi di no. Purtroppo ho
troppo controllo di me stessa perché possa accadere. Il mio livello di
coscienza è sempre oltre. Qualcosa in me mi impedisce di addormentarmi
all'improvviso. Qualcosa in me mi impedisce di cedere. Di lasciarmi andare. Di
vivere le cose in modo tranquillo, anche. Questo è un problema, molte volte. Ma
ci sono abituata. Mio dio, quante cose ci sarebbero da approfondire. Questo
testo rischia di perdersi in innumerevoli digressioni. Dice che i lettori si
stuferanno?
_Oh, non saprei. E se anche dovesse accadere, non se ne crucci. La piena
comprensione del mondo non è possibile. Il livello massimo di comprensione per noi possibile è in realtà minimo. Parliamo e non sappiamo davvero
di cosa. Esistono cattedre e materie ed esami ma davvero mi pare tutta una
messinscena, visto che non sappiamo letteralmente cosa possiamo davvero sapere.
Insomma, dopo Socrate ogni cosa sembra fluttuare nell'incertezza. Tutto ciò era
per dire che i suoi lettori forse apprezzeranno la metà, o meno, forse un
quarto, del lavoro intellettuale che lei ha dovuto compiere. D'altronde,
contrariamente a quel che si crede, il libro, i libri, mica son scritti per il
lettore. Son scritti e basta. A un certo punto qualcosa semplicemente urge.
Desidera trovare forma. È difficile e doloroso, anche quando la scrittura e lo
scritto escono divertenti. È una nascita. Dopo di ciò e solo dopo, vi è il
lettore. O almeno questa è la mia opinione.
KK: - Mi pare un’opinione sensata.
Io penso che possiamo solo ragionare su frasi.
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