Thursday, June 19

december


Ricordi
Correvamo fianco a fianco
tu avevi quelle ciabatte di gomma
non sentivo alcuna fatica
Sorridevamo
Le persone intorno sembravano divertite
non capivano
erano da un’altra parte
La giornata stava finendo
una via in mezzo alla valle si sarebbe riempita di gente:
la notte era vicina
Ricordo
Di aver pensato che senso avesse
quella corsa
L’inverno era alle porte
Ma le mie gambe
andavano da sole
Pensare al passato
è sempre una cosa inutile
Ma tu
Stringevi la mia mano nella notte
Stampavi parole nella mia testa
mentre tutti erano soli.
Gesti normali ora mi perseguitano
Vorrei – mi vedo –
Camminare sola in quella via
deserta
in una vallata disabitata
bianca
Vorrei non incrociar nessuno
che dall’alto della sua felicità getti a me il suo sguardo
La verità è
Che non voglio più tornare dall'altra parte



Spring 2014


Tuesday, June 10

cupio dissolvi





Ho in mano una bic. Improvvisamente ricordo di quanto fosse bello disegnare con la bic nelle ore di scuola. Ha un tratto preciso e senza sbavature, non troppo lucido, scorrevole al punto giusto. Traccio un quadrato. Quante cose avrei voluto fare e non ho fatto. Quante cose vorrei fare ma mi sembra tardi, e poi ecco, penso che davvero sono una cogliona a pensare questo adesso. Perché io dovrei avere il mondo in pugno. Il mondo è tuo, me lo dicevano gli anziani quando ero piccola, ma io ho sempre riso. Cosa diavolo significa? Il mondo non è di nessuno, e io vorrei essere un filo d’erba o l’acqua di un fiume, dimentichi di sé e della vita intorno. Sento come una spinta a dissolvermi nella natura intorno a me. Suppongo sia questo quel che cerco nello sforzo fisico mentre alberi e foglie e animaletti sulla strada mi osservano assorti, immagino che in fondo vorrei sciogliermi sull’asfalto bollente di una strada in salita, sulla terra umida del sentiero, sulla terra scura tra rocce taglienti, e nella neve nascondermi per sempre.
Quando d’estate guardo il lago scuro, immagino il mondo buio che sta sotto le sue acque increspate: ne immagino i fondali spaventosi, le alghe che danzano sul fondo; poi mi tuffo, e l’acqua fredda attraversa il mio corpo come una scossa. Se apro gli occhi e guardo giù, un verde scurissimo mi si apre davanti, opaco, un verde incomprensibile e non amico, e sento chiaramente il freddo delle correnti profonde sfiorarmi i piedi, e allora mi volto a pancia in su: la montagna si staglia rassicurante e alta di fronte a me, delle case arrampicate sulla costa hanno grandi vetrate su cui si specchia il sole della sera, nel cielo le nuvole solitarie scorrono veloci, altissime, il vento è diventato brezza e l’acqua smette di muoversi. La riva è poco distante, sento le voci, qualcuno se ne andrà ora, qualcuno sarà felice; tutte le vite che sono qui oggi interpreteranno questo giorno e questi istanti in modo diverso per ognuno, ogni ora e ogni istante sono parte di mille storie differenti, ma seguire questo pensiero è decisamente troppo complicato, e un poco doloroso. La sera è placida, la gente se ne va; io e il mio corpo stiamo adagiati comodamente sul pelo dell’acqua, sospesi sull’abisso sconosciuto che sta sotto, e chissà che qualcosa non allunghi il braccio dal fondo e venga a farmi il solletico alla schiena, avresti paura, te la faresti sotto, non è vero KK? Eppure non c’è volta che non ci pensi, quando nuoti nell’acqua senza senso del lago. Ti chiedi che cosa mai nasconderà il fondo buio, e pensi intensamente che la stessa acqua che lambisce ora il tuo corpo indifeso tocca nello stesso istante anche le mille cose oscure che stanno nelle profondità del lago; e questo pensiero è fastidioso e attraente insieme, ma tu non hai paura, tu apri gli occhi e osservando l’abisso continui a nuotare, e a lottare, perché c’è una parte di te che vorrebbe andare a fondo, scomparire da questa sera e dall'estate calda, da tutte le persone che ami e non comprendi, dalle situazioni odiose che ancora si ripetono; sfuggire di colpo a tutti i maledetti casini che agitano la vita tua e di tutte le persone sulla riva, che però di tutto questo non sembrano preoccuparsi, o almeno non adesso. Ogni cosa è lontana. Vociare di bambini. C’è una parte di te che sussurra qualcosa e tu vorresti abbandonarti alla sua voce; ma ignori quella spinta, continui a nuotare, stai in superficie; eviti accuratamente di guardare troppo a lungo l'abisso verde scuro da cui un giorno mille mani si leveranno per sfiorarti le gambe e sorridere di te che non resisterai; ma oggi no.
Oggi distogli lo sguardo, tenti di dimostrare che sei più forte, che tra poco salterai fuori dall'acqua per tornare alla vita di tutti, tenti di convincerti che non hai mai pensato al fondo, alle mani, alla voce che nel buio chiamava il tuo nome, al piacere sottile e insensato nell'osservare quanto facilmente una vita può andarsene senza lasciare traccia; e a come sarebbe stato bello lasciare l'estate a metà, un assonnato pomeriggio cristallizzato per sempre, ripetuto all’infinito come una maledizione. Sorridi a questo pensiero. L’acqua è leggera, scivola via veloce, nasconde un piacevole silenzio ovattato ogni volta che metti sotto la testa. Il mondo fuori è amico, è tranquillo e felice nella calma sera di agosto, e se non avrai paura il lago si lascerà attraversare senza dir nulla e senza farti del male. Ancora una volta l’acqua silenziosa ti lascerà andare, ti lascerà riemergere sull’altra riva e scappar via, di nuovo salva.







Let me sleep.

nighthawks




Ti ho sognato, maledizione
Facevi cenno di sì con la testa
Sorridevi nella notte
ci dicevamo la verità
Mi prendevi tra le braccia
volevi solo me
Seguivano momenti confusi, eppure 
lucidi e perfetti
Poche volte un sogno è stato così reale
Ti appoggiavo la testa sul petto:
il cuore batteva lentissimo e io
ti guardavo perplessa