Tuesday, June 24

da bordo piscina

Non capiterà mai più di scrivere da un posto del genere quindi ne approfitto....
aiuto sembra una pubblicità della vodafone....
Descrizione della scena:
cicale che fanno casino dagli alberi qui attorno; alla mia destra un irlandese ustionato legge sulla sdraio; io sto sotto a una specie di tettoia fatta di canne di bambù su un tavolino pieno di telefoni e scede sim e batterie vaganti a causa del mio collegamento selvaggio col modem del cellulare; la piscina alla mia destra è azzurra e fa un rumore lieve tipo ruscello; comincia a fare caldo ma c'è un po' di vento. Non so che animale sia ma continua a pizzicarmi sulle gambe; poco fa ero tutta gocciolante ma adesso l'aria mi ha asciugato e la tastiera è al sicuro....
Decisamente meglio di Montesilvano....
ora vado che devo ancora esplorare in bici i dintorni....poi alle 12 si va a brindisi a portare dad in aeroporto....poi al ritorno si possono fare innumerevoli giri nel caldo deserto delle due.....
adios e saluti dal tacco dello stivale

(esattamente lì sulla mappa)


Visualizzazione ingrandita della mappa

Friday, June 20

aiuto....

saluti da montesilvano, PESCARA, meta di passaggio verso la puglia.
per fortuna solo di passaggio... mancano 1,39 secondi prima che il credito del collegamento a internet si esaurisca quindi adios...
aiuto è pieno di bambini che cercano di impossessarsi del computer e gente in ciabatte e gente nuda che gira argh

ciao ciao karloz

Monday, June 16

Precisazione (ma perchè???) Boh.....

Chi mi conosce sa che mi piace scrivere. Non è che scrivo per fare la finta letterata o per fare stupidi esercizi di stile o roba simile. Scrivo per necessità. Ogni tanto DEVO scrivere.
Questa cosa risale a molto prima che creassi un blog, quindi di solito le due cose rimangono separate.
Generalmente quello che scrivo rimane fuori dal blog perchè a volte è piuttosto incomprensibile, altre volte è troppo comprensibile e infine perchè non voglio fare un blog alla giacomo leopardi (perdonami buon giacomino).....
però visto che ne valeva la pena ho riabilitato qualche manoscritto interessante di quando, ahimè, andavo a scuola, e questo generava in me notevole odio, come potrete vedere.....
li trovate qui sotto, pieni di parolacce e insulti e titoli improbabili.....
detto questo.......
.....niente, godetevi questa fantastica sera in cui piove a dirotto, e in cui per un attimo mi si è sballato l'orologio biologico e pensavo fosse novembre.....
non so bene perchè mi sia messa a scrivere questa cosa.
ci penserò....intanto....
buonanotte per chi va a dormire
buongiorno per chi si alza
eccetera eccetera
....dai ancora mezzora poi inizia south park così stai un po' tranquilla....

La Cura

5giugno2006h.8.50
ho la mano sbrodolata di jogurt e oggi è lunedì. C’è qualcosa di stupido e sconvolgente e logico nel fatto che finisca la scuola; ma almeno questa cosa mi fa stare tranquilla e mi rende meno insopportabile lo stare qui mentre fuori c’è il sole. Tra un po’ le parole inutili che continuano a rumoreggiare dentro questa stanza si scioglieranno, e anche se volessero continuare per tutta l’estate lo faranno altrove, lontano dalle mie orecchie. Oh merda. Ci fanno vedere un film. Noi stiamo qui nel nostro recinto personale mentre qualcuno trascina un proiettore grondante cavi elettrici in classe, qualcun altro sbatte giù le persiane tutte storte perchè non sa chiuderle, e altri incaricano uno di far partire il dvd, con grandi cori indignati di imprecazioni se la scena non è quella giusta. Non per fare la rompiballe, ma generalemente odio i film a scuola. Tu lo guardi e magari siccome sei rincoglionito e assonnato, dopo un po’ la cosa ti prende e sei lì tutto attento e rapito e loro te lo spengono perchè è finita l’ora, e tu rimani lì come un coglione mentre rialzano le persiane violentemente e la luce che ti abbaglia e ti ricorda che è tutto normale, la tua vita non è quella del film, ok? Sei ancora qui, alla fine.

h.9.59

L’aula risuona dell’ora di religione. È successo esattamente quello che avevo previsto, cioè hanno chiuso di colpo il film, alzato le persiane con la luce fioca ma terribilmente abbagliante, sonno, mal di schiena, occhi che fanno male eccetera.
Il prof ci informa che dio è padre e madre insieme. Faccio un faticoso ragionamento logico per cercare di assimilare questa nuova cosa ma non ci riesco molto. Però è interessante come cosa. Sta cercando di terrorizzarmi ma la mia coscienza è come coperta da una corazza tipo giubbotto antiproiettile. È un periodo di non-assimilazione degli stimoli esterni, chiusura totale e sonno, molto sonno. Vegeto come una piantina di marijuana coltivata in un armadio. Perchè alla fine non me ne frega un cazzo di tutto questo; perchè io ora guardo fuori e anche se il cielo e il sole e le nuvole c’entrano inevitabilmente con tutto questo, non ho voglia di pensare e di sbattermi a parlare a capire ad approfondire la fede e i sacramenti e la ragione ecc di cui lui sta parlando e di cui a me, inspiegabilmente, non interessa nulla.
Forse sono più interessata all’estate che sta arrivando, anche se in questo momento, tanto per cambiare, pure questo non mi esalta granchè. L’estate è solo una tabella nella mia testa.
È una bella tabellina tripartita, tre mesi che si chiamano giugno luglio e agosto e nella mia mente sono rispettivamente giallo, arancione e rosso; non so perchè, è una cosa che ho da quando sono piccola. È la stessa, precisa immagine di quand’ero piccola. Se la guardi bene, è odiosa anche lei cazzo. È tutta una discesa verso settembre. E settembre è una discesa verso giugno, e poi? Che cazzo di visione di merda....bè comunque non è sempre così.
È così solo quando sono confusa e addormentata come adesso. Merda. Forse dovrei ascoltare religione. Bene. Tra un po’ suona. Suona sempre. Ha sempre suonato, anche alle elementari e alle medie e quando non passava più e quando continuavi a guardare l’orologio. Suona e ti dice: hey, è finita, vedi? Non è poi così terribile.

Sto per avere un collasso. Se non la pianta di parlare lo uccido. Non ne posso più delle parole di merda oh merda ci sta chedendo un parere, ci sta chiedendo di parlare, chiede – cosa vi ha lasciato questa scuola? – merda merda merda questo significa che adesso, dopo il silenzio stordito loro si metteranno a parlare e dire cose senza senso con le loro vocette.
E in tutto questo io sto qui e non è che mi senta moralmente più in su degli altri, sono qua in fondo a scrivere con un orecchio svogliato e cinico e attento ma troppo addormentato e chiuso per farsi coinvolgere troppo, una specie di istinto di sopravvivenza per evitare di impazzire. Perchè il problema è che io non sto aspettando gesù o la fine del mondo o il buddha o il miracolo o l’apparizione della vergine, oppure la vita o la felicità, io sto aspettando l’intervallo.

Una breve pausa in cui ci fanno uscire dalla Gabbia principale.

Il grande Criceto ci proprone La Cura. La Cura è Provare. Non me ne frega un cazzo ma fa niente. Sono troppo distratta perchè mi sembra di guardare da fuori il mio cervello che ribolle sommessamente borbottando come l’acqua sul fuoco. Mi rifiuto di pensare che questa sia la mia vita. Ma dov’è? Oh merda l’ho persa di nuovo.

OH SHIT AGAIN IN THE CAGE

30maggio2006 mattina
La gabbia per criceti ha dimensioni di dieci metri per sei. La gabbia per criceti è piena di piccoli tavoli in legno smangiucchiato messi uno di fianco all’altro con altrettante piccole sedie traballanti. Non c’è cibo, o acqua o noccioline o segatura. Ma ci sono finestre dalla luce biancastra e panorama asettico e inerte fuori dal grande vetro opaco che ci separa dal mondo. I criceti arrivano in massa parlando furiosamente, concitati nei loro inutili discorsi, parlano e dicono cazzate fremendo di stupidità, si posizionano nei tavolini troppo bassi e dall’altezza variabile e ci incastrano sotto le loro zampette. Arriva qualcuno molto simile a loro ma molto grande ma è tutta apparenza.
Il Grande Criceto parla ma non è ascoltato.
Allora il Grande Criceto urla, mostrando i dentini da roditore. I criceti sofffrono in silenzio perchè non c’è la RUOTA e perchè non c’è cibo e perchè se fosse per loro divorerebbero il loro vicino. Allora per distrarsi cominciano a vomitare valanghe di cazzate dal loro musetto peloso, il naso come un puntino in continuo e frenetico movimento, i baffetti che tremano nell’aria immobile. Gli occhi fissi verso il fondo della gabbia, dove siede il Grande Criceto, il Criceto Sapiente, con i suoi enormi occhi vispi e attenti, e la sua mole debordante e pelosa che si scioglie sommergendo la sedia troppo piccola.

Sunday, June 15

Non so nemmeno come faccia a dormirci, qui

15maggio2006h.19.35
Sì lo so che fa male ma questo l’ho scritto a scuola. Tutto pasticciato e scrittura rabbiosa e penna che quasi buca le pagine della moleskine e si perde e parole sottolineate di fretta e odio odio totale e non ho nemmeno voglia di rileggere tutto questo. Questo è il genere di cose che non mi rilassano e io odio scrivere senza rilassarmi.

Parlano e nessuno si ascolta, fanno commenti inutili, un sottofondo come di un infernale giradischi impazzito e il discorso che si interrompe e tu non puoi tapparti le orecchie perchè c’è qualcuno che urla urla, di stare zitti e poi minacce e ordini e divieti e NO questo non si può fare. Non ti puoi alzare non puoi uscire non puoi aprire le finestre schifose e sporche o
alzare
le persiane, fare entrare la luce cazzo perchè sono sempre abbassate?
La casa, l’edificio, la nostra scatola grigia risplende fuori dalla finestra, noi stiamo dentro su sedie troppo piccole e banchi traballanti, come topolini divertiti o criceti isterici che sbattono la testa contro la gabbia, e noi non abbiamo nemmeno la RUOTA.

Così
Loro
PARLANO.

Ti illudi per anni che questo cambierà, che in loro qualcosa dovrà cambiare e continui a sperare che magari tra un anno cambieranno perchè alla fine sono solo giovani alunni instupiditi e anestetizzati e sordi e non possono essere così per sempre.
Invece no improvvisamente hanno diciotto anni e non puoi più rimandare e sono esattamente come in prima, stupidi bambini repressi fin dalla nascita. NO. Non puoi ridere fare lo stupido fare queste cose NO non è adatto non è il caso di urlare, saltare, devi essere grande, avere il tuo cazzo di telefono e preoccuparti di squilli o messaggi o nomi in rubrica di cui non ricordi la faccia, e preoccuparti di amicizie e amori inesistenti e contatti di messenger e seguire il codice e quindi niente cazzate ok? Niente sprazzi di individualità niente personalità niente allarmismi e fregatene del fatto che stai affondando senza accorgertene, ridi di te, ridi degli altri, RIDI e dimentica e chiudi gli occhi se la realtà è troppo brutta, non è necessario guardare. Niente schizzi di follia o verità o guizzi improvvisi o fuochi negli occhi o luci che si accendono. Perchè hanno paura della follia? Perchè tutto dev’essere normale?
Parlano e non comunicano, parlano e sono solo suoni e rumori e versi animaleschi e sono pure fastidiosi e insopportabili. È già mezzogiorno, lo sento perchè fuori da qualche campanile stanno sparando il suono falso e ripetitivo delle campane registrato da anni lo stanno sparando da altoparlanti e non è vero capite?, è registrato, è una cazzo di cassetta con dentro le campane delle otto delle dodici e delle tre e le campane a morto o quelle per un matrimonio o mille altre.
Questa è una giornata inutile per me, forse è colpa mia se lo è, forse è colpa mia per il novanta per cento delle cose che mi succedono perchè sono io la cogliona che deve muoversi, ma adesso la cosa non ha importanza. Tutto questo mi fa schifo ma adesso sono abbastanza lucida per non lasciarmi distruggere dall’insofferenza e scrivere, anche se scrivere di questo mi fa sentire anche peggio.
Così mi sento una merda incoerente perchè alla fine, dopo un po’ di tempo di sopportazione e tentativi di compromesso e mediazione e pacatezza e calma improvvisamente non ce la faccio più e alla fine invece di ragionare io ODIO senza pensare, perchè sono stanca di pensare e distinguere perchè l’ho sempre fatto e anche se so che dovrei continuare a farlo non ci riesco, perchè nessuno è d’accordo con me e io non ho voglia di convincere nessuno. Mi arrendo, non ho più la forza, mi arrendo a lasciare le cose come sono perchè io alla fine non ho voglia di sprecare la mia vita per cambiarle e lascio far la guerra ai professori, se lo sono scelto loro, è il loro cazzo di lavoro.
Così urlo la mia rabbia merdosa e odio tutti, anche i professori e la scuola e la messa di fine anno e quel cazzo di organo che suona e rimbomba nella testa con le sue melodie celesti nel silenzio delle verifiche, la preghiera strascicata e le parole meccaniche e il rumore dei venti automi che ricadono sulle sedie dopo l’amen.
E alla fine non è un mio pregiudizio quello sulla scuola, su questa stupida scuola perchè alla fine NIENTE VA MAI BENE neanche la mia cazzo di maglietta, le mie MANICHE troppo corte......
E io vorrei scappare da questa gabbia, questa SCATOLA chiusa e polverosa e vedere il sole, la luce, niente rumore e gente che parla del nostro futuro e che ci valuta e materie studiate come se fossero ricette di cucina o liste della spesa e paragrafi a memoria senza capire un cazzo e tutto che svanisce e sapere che diventa dogma e dopo un secondo l’hai già dimenticato.

In tutto questo, la prof se ne sta lì tranquilla sulla sua cattedra, ignara del ribollire del mio cervello là in fondo, ignara di tutto il casino che ho nella testa appoggiata sul banco, il mio sguardo addormentato e assente e vuoto proprio come se fossi da qualche altra parte e questa faccia di merda fosse la mia controfigura. Se ne sta lì e non protesta, lì in alto e sotto stanno gli interrogati in una materia che loro odiano mentre per lei è la sua passione, ciò a cui ha dedicato i suoi studi e la sua vita e che ha spiegato, e ora loro gliela ripetono come pappagalli impazziti e non trovano le parole e non sanno l’italiano e si incasinano in frasi che non stanno in piedi mentre lei è lì davanti che li fissa e cerca di capirli e ci tiene ed è qui, non altrove come me, non è un sogno ok?
Ha lo sguardo perso ma lucido, la faccia un po' stravolta ma resiste, probabilmente vorrebbe scoppiare a piangere, cerca di mettere un po’ di brio in quello che dice ma non serve a niente, le domande gli vengono fuori senza intonazione, vuote, ripetute, terribili, e forse lei si sta chiedendo se stia o meno sbagliando, se forse dovrebbe fregarsene invece di stare a impazzire su gente che nemmeno la ascolta, se è giusto pretendere un minimo di soddisfazione personale nelle cose che fa.
E forse dovrebbe sbattersene e lasciar perdere invece di comunicarci BENE le cose, di essere sincera, di fare il suo lavoro fino in fondo e non a metà; e così mi torna in mente di quando ho pensato a chi cazzo glielo faccia fare, io, IO merda che non sa un cazzo, io che non lo farei mai e non l’avrei mai fatto perchè io semplicemente odio.
Invece lei si impegna per capire, cambiare, mostrare loro la strada, capite? Questa è la sua vita, mentre io sto qui a fare un cazzo e in verità non ho nemmeno voglia di impegnarmi e anche se tutto questo non c’entra, non ho voglia di far niente e se fosse per me non andrei nemmeno a scuola.
Tutto questo è inutile. O forse no, ma così sembra. Anche machiavelli che risuona nella stanza vuota, risuona e nessuno capisce, nessuno percepisce quanto sia vero, reale, vicino; risuona, rimbalza nella scatola plasticosa della scuola e così rimane solo una specie di pallina che rotola e nessuno la raccoglie, solo una cazzo di materia da studiare e niente di più.

E io sono uguale. Lo sono diventata col tempo, e per altri e differenti motivi; ma sono uguale. Non sono qui ma altrove. Sono nella stanza di vetro, ricordate? Scrivo come un automa, la mano mi fa male e la calligrafia si scioglie sul foglio e la sua stupidità e irregolarità taglia queste linee come un coltello e la pagina così scarabocchiata sembra che sanguini.

Monday, June 2

Ce n'è sempre un po', da qualche parte




.....e nel nostro caso, di neve ce n'era quanto bastava per tracciarci un gigante da 25 porte come quelli dei bei tempi invernali. Certo, almeno d'inverno non devi fartela a piedi....(la foto sopra la dice tutta)
Ma questo è il bello dello
Slalom dei Campelli (per i meno esperti, ci troviamo QUI
).
Decisamente strano sciare dopo una settimana al mare in cui i cari scarponi erano l'ultimo dei miei pensieri...

Alcune fo
to sono anche venute in bianco e nero neanche a farlo apposta visto che la gara era molto anni trenta....



Il traguardo vecchio stile tenuto in piedi con due rami



L'estenuante tracciato di gara





Panoramica del nevaio

Riassunto: bella giornata, bella gara, e, come si dice nei programmi ufficiali, "segue pranzo alpino" al Rifugio Bagozza e premiazioni dai premi davvero incredibili:io ho vinto un cellulare anni novanta pure usato, ma c'è chi si è beccato un'aerosol (Chiara), una macchinetta per provare la pressione (Roby), mentre uno sconosciuto fortunato ha vinto un paio di P10 altissimi e drittissimi (e mi sa pesantissimi) naturalmente completi di attacchi.
Grazie a tutti per la partecipazione e alla prossima (si prega di rimettere in palio i premi vinti per cui se avete a casa telefoni o elettrodomestici da far fuori fateci sapere....).
PS: capisco che farsi un'ora a piedi sci in spalla per fare una gara di sci in giugno non sia troppo di moda ma RAGAZZI/E un po' appassionati per favore fate un salto dalle nostre parti l'anno prossimo, ne vale la pena......poi per andare al mare avrete tutto il tempo.....
vabbuò dopo questo appello vi saluto.
Adios