Thursday, October 16

tutto procede bene nel mondo, signore








oddio.
non so, c'è qualcosa che mi fa scrivere in automatico. c'è come una porta spalancata che prima era chiusa e ora tutto esce alla velocità della luce travolgendo ogni cosa.
oggi è stata una giornata terribilmente inquieta. una cosa tremenda. niente di grave, solo che non so spiegarmi come mai questi giorni strani arrivano e se vanno in batter d'occhio. giorni in cui sei sempre sul chi vive, sei sempre in punta di piedi. se vado fuori a buttare la spazzatura vedo occhi e figure nascoste nel buio che mi osservano. mi guardo intorno mille volte, respiro piano, rumori insensati mi fanno sussultare. dev'essere la luna. ieri ero qui a scriver e sentivo qualcosa. non so, c'era qualcosa che mi stava sulla spalla, che mi si appoggiava addosso, mi pesava. era la luna. era un'enorme luna piena, azzurra e argentata, bellissima e incomprensibile. mi lanciava addosso una lama di luce argento e se ne stava lì a guardarmi col suo sorriso terribile. ha gli occhi e la bocca, se la guardi bene. sorride, se la guardi bene. sa che noi siamo qui. sa tutto cazzo. ho chiuso persiane e tutto. la luna ha qualcosa che mi fa incasinare. e poi ci sono questi cazzo di denti del giudizio che quando lei è crescente si mettono a crescere pure loro, come l'erba e il grano, come il raccolto o chessò io. mi fanno male anche adesso. sono lì che vogliono uscire i bastardi. gli unici che non ho tolto. non voglio più vedere dentisti. con tutto che uno è fortunato a poter andare dal dentista eccetera eccetera che così poi hai dei bei denti bla bla bla io ODIO il dentista. odio l'affare che ti aspira la saliva. odio le impronte con quella cosa che prima sembra farti soffocare e poi ci mette mezzora a staccarsi.

ora la luna non c'è. non è ancora sorta. non mi guarda, per ora.
sto bene. là fuori qualcuno si è fatto male. qualcuno è stato felice. là fuori il modo in cui le cose passano e da un momento all'altro tutto può sparire continua a seguire leggi sconosciute. ma oggi tutto ok. nessuna tragedia ha incrociato la mia via, chissà quante ce n'erano, dietro alle porte chiuse delle case delle persone.

è passata un'altra giornata inquieta ma sono qui, quindi tutto ok.

a correre mi hanno inseguito quattro cani assurdi che sembravano usciti da un film dell'orrore, urlavano come matti ma era tutta scena. sono arrivata in cima a una stradina e ho scoperto che era a fondo chiuso. c'erano due cancelli di case abbandonate. c'era questa casa incredibile, spoglia, inquietante, di cui non vedevo il tetto perchè davanti gli si parava una serie di betulle che si infittivano sempre più. il classico posto pieno di fantasmi. pieno di foglie secche scricchiolanti. al ritorno, in un prato nebbioso, delle mucche enormi con la testa minuscola seguono coi loro occhietti lucidi il mio passaggio. sembrano OGM. non so, sembrano create in laboratorio. passo oltre. una capra dalle corna giganti e ritorte non fa che belare in modo stupido e lamentoso. sembra che dica qualcosa. non capisco e corro via. i cani di merda mi rincorrono di nuovo. il cielo è grigiastro, umido. la messa è finita e dalla chiesetta in fondo alla strada esce un fiume di vecchiette infagottate nonostante faccia caldo. mi sorridono. sembrano sussurrare:
tutto procede bene nel mondo, signore.
oggi è passato un altro giorno, signore.
mi ricordo sempre di quel che diceva agostino. sull'essere inquieti intendo.
non l'ho mai dimenticato, signore.
l'ho segnato tra le cose da non dimenticare.

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