Saturday, June 6

basta



Basta con le assurdità. Le cose invecchiano troppo presto. Anche noi siamo francamente ridicoli.

Ero stata ad aspettarti e sei fuggita. Che modi strambi.

Ce la farò, a non uccidere qualcuno nei prossimi giorni e tempi? Ce la farò, a confessare la verità e gettare tutti nello scompiglio? Eppure è quasi bello guardarvi dormire, quasi mi dispiace turbare il vostro sonno; ma la mia esistenza esige ordine, le cose irrisolte che stanno da qualche parte hanno bisogno di essere spostate, stanno nel mezzo, sono fuoriposto come un divano incastrato in una scala, come quello di tanti anni fa che ci era sfuggito di mano. Un piccolo problema di presa, succede, avevamo tredici anni e il divano infranse la porta a vetri in fondo alle scale, ma l'albergo era abbandonato e il divano rimase lì. Allo stesso modo rimangono nel mezzo quegli eventi passati e ormai inutili a cui non pensavo da tempo e che all'improvviso saltan fuori dal buio. 

Colpa tua. No, colpa mia. Colpa di tutti e due o di non si sa chi. In ogni caso quelle cose stanno ora nel mezzo e io devo levarle. Potreste anche toglierle voi; potresti toglierti anche tu di mezzo e smetterla di ballettarmi davanti, anzi potresti dirmi la verità, potresti, ti prego di dirmi qualcosa, a voce o per lettera; ma forse, penserai tu, avrei potuto farlo io e invece non ho fatto niente.

Ma insomma si sa.

Le cose sfuggono di mano, il tempo passa, e io sono notoriamente incapace di dare svolte alla mia vita al momento giusto.

Ma tu? Tu sei davvero certo di quel che stai facendo? Qualcuno mi fermi perché sto per esplodere.

Un merlo zampetta nel prato davanti a me. Come fa a sapere che là sotto c'è un verme? Come diavolo fa a non sbagliare? Perché non sono stata programmata così bene come un merlo, in modo da sapere sempre esattamente cosa fare? Eccolo che becca il prato con inaudita violenza. La cena è servita. Ammazza senza particolare fretta un maggiolino. Lui alza le zampe in aria come per arrendersi, il cielo è blu, rondini gridano come pazze, temperatura 16 gradi, ultimi istanti di una piccola vita nella calma sera di maggio.

Sbrighiamoci a tirar fuori la verità, perché io sto degenerando.

Crack. Il maggiolino trafitto è portato via in volo, nella sera tiepida. Terminerà la sua agonia altrove. Altri rumori? Cip cip. Uccellini che cenano attraversando nuvolette di insetti. Ognuno ha il suo compito, ognuno la sua funzione, ognuno la sua meravigliosa e splendente casella in cui rientrare ed essere così cittadino del mondo a tutti gli effetti. Una sera di maggio fatta di categorie.

Anche le lumache staranno strisciando fuori da sotto i sassi, e nell'umidità della notte andranno verso l'insalatina tenera, ma tu KK non ce l'hai fatta a farla fuori quella sera in cui hai incrociato il suo piccolo sguardo fatto di antennine mobili. Lei ti guardava come stupita, in attesa, allora hai sentito l'essenza del tuo potere verso di lei e poi l'hai visto propagarsi al resto del mondo di cui secondo la legge del più forte puoi disporre, formiche, lucertole, animaletti vari che potrebbero cadere nelle tue mani ed essere facilmente e senza apparente colpa eliminati; ed eccola l'essenza del potere e della violenza, quella che sta dietro alla cattiveria dei bambini, ma mentre pensavi tutto questo la lumachina ti osservava attenta, interessata, infinitamente ingenua e innocente, stava protesa fuori dal guscio e da te si aspettava qualcosa, e tu eri così debole quella sera, così sconvolta da tutto, ci mancava solo un esserino morbido e viscido e senza colpa. L'hai afferrata delicatamente e lanciata nella siepe della vicina, sperando così di lasciare aperto il suo destino, evitando così di fare scelte scomode, che già ce ne sono tante, e la sera è così stanca, maggio è così pieno di possibilità, i km di oggi non sono stati abbastanza per spegnermi il cervello, ho ancora energie, nella notte ti vorrei cercare, nella notte vorrei farti mio, nella notte vorrei che le cose fossero semplici, non vorrei davvero far male a nessuno ma la verità non può restare senza conseguenze, vorrei delle risposte ma non ho il coraggio di domandare, ed è tutto assurdo, senza quelle risposte in effetti nulla mi interessa, se mi distruggo di fatica è solo perché l'assenza di risposte sia più gestibile e meno dolorosa, se cerco di stancarmi e di esaurire le forze è solo per non pensare a come sarebbe se, perché quando lo penso è finita, la felicità possibile è troppo luminosa e accecante, tutto il resto è a confronto inutile attesa annoiata, vita senza particolare senso. In questi casi sarebbe utile essere invisibile. O essere un animaletto che vaga nella sera, programmato per fare il suo dovere e nient'altro, in attesa che qualcuno più forte e più potente dia una svolta alla sua piccola esistenza. Una svolta qualunque.

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