Tuesday, August 20

della salita e della paura, a volte



Perché la strada ci fa paura?
Ti prende uno strano timore sulle salite che non danno tregua. Perché sei in trappola. Tu, la riga bianca che scorre lenta e rugosa, e un silenzio irreale. Particolari che in macchina non vedresti mai, ora possono essere fonte di piacevole distrazione dalla fatica continua.
La strada si muove lenta, improvvisamente la velocita si abbassa e puoi osservare sassolini, detriti, un bruco che attraversa incurante della tua sofferenza e del pericolo. A tratti provi il vago desiderio di fuggire.
Ma la liberta' delle moto che ti sfrecciano a fianco non è per te. Non ora. Mentre loro scompaiono dietro a una curva, tu sei inchiodato a questa strada e devi uscirne con le tue gambe.
Sono interessanti e istruttive, le salite che non danno tregua.  Ti perdi e torni in te, tutte le volte. In quel limbo che sta nel mezzo, accade veramente di tutto. Impari una serie di cose, a dosare le forze se riesci, a scacciare i pensieri cattivi, a trovare un precario equilibrio. Ti fai domande, pensi a chi ce la fa e a chi non ce l'ha fatta, e a volte ti disperi, e, alla fine, in cima sei una persona diversa.
Oggi è accaduto che non avevo più paura. Ho pensato che potevo farcela senza soffrire. Oggi ogni cosa si è sciolta sull'asfalto liscio. Nella strada che si innalzava davanti a me come una lama accecante di sole non ho visto pericolo. Il profumo dei pini, il colore del bosco nel pieno dell'estate, la penombra buia tra gli alberi accanto alla strada erano parte di un tutto finalmente amico, in cui io mi inserivo senza paura e senza scosse, senza quella fatica  insensata dei primi giorni. Accadeva anzi che proprio dalle piccole cose tutt'intorno riuscissi a trarre la forza necessaria per continuare. 
Cosa significa tutto questo?
Nulla, davvero. Quando quel limbo finisce, tutto torna come prima. La strada è di nuovo piana, scende, la fatica è lontana, la riga bianca è un serpente rapidissimo dai contorni sfumati. Senti in te una nuova forza, perché oggi ce l’hai fatta. Ma lei tornerà ogni volta e ti farà soffrire, e ogni volta in un modo diverso. Ma ora che è finita ti illudi di essere al sicuro.
 Tutto quello che ho detto ha senso solo sulla salita. È un mondo a sè in cui valgono regole e leggi di movimento altrove sconosciute. Quando sei lontano, rischi di dimenticare la sua voce, che ti parlava in quegli attimi di sofferenza. Lei è tutto, perché ha in se' ogni risposta.
Che ne sara' di noi, quando non avremo più strade da scalare?
Che ne sara' di noi, quando non riusciremo più a replicare quella sensazione?
E che accadra', quando non potremo più perderci e ritrovarci, sempre di nuovo, sulla stessa salita?

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