Saturday, December 27

Grazie, davvero





Eccoci.
La sera è gelida, almeno fuori dalla mia finestra. Un'altra simpatica sera gelata, e io adoro le sere gelate. L'altra notte ero a letto, dormivo, e dio solo sa quanto sia fantastico dormire quando hai davvero sonno, e quando tutto è in silenzio e quando non ci sono fantasmi dietro le spalle.

grazie, davvero

Ho aperto gli occhi, e c'era un chiarore leggero, ancora scuro, ancora silenzio, ancestrale, fantastico, e io sto a guardare il muro e non ho più sonno, gli occhi stanno aperti senza sforzo, il muro davanti a me è fatto di luce arancione e pieno di ombre. Poi mi alzo. Non è natale, penso. Non è più natale e io non me ne sono accorta. In un attimo capisco un sacco di cose. Un attimo di lucidità come solo nel dormiveglia può accadere. Sono libera. Ricordi, mi dice una vocetta che sembra arrivare da oltre il soffitto scuro, ricordi, c'era un tempo in cui nel bel mezzo del pranzo tu correvi fuori, nel prato innevato e ignaro di tutto e domandavi agli alberi alla neve e al cielo, e all'aria tranquilla se per loro tutto questo festeggiare significava qualcosa. Ricordi? Ora so che quel fuggire e ritrovarsi non era che un segno di appartenenza. Era un ritorno. Era bello, avere un giorno speciale. E' bello, ancora adesso. Ora ho capito. Non serve più scappar fuori. Perchè adesso anch'io sono un albero, un uccello, sono neve, e aria tranquilla d'inverno.
Questo mi passava davanti agli occhi l'altra notte.
Mi alzo in piedi, mi gira la testa. Le persiane sono aperte. Fuori, sotto il lampione arancione, senza che nessuno se ne curi, nevica fitto, e una bufera di fiocchi invade la via, e la casa di fronte, gli alberi e le ombre. Tutto è improvvisamente e meravigliosamente bianco. Apro la finestra e respiro l'aria fredda. Un'attimo fa dormivo e ora sto con la testa fuori dal davanzale, a volteggiare nella notte di neve, e a capire tante cose che un tempo sfuggivano.

grazie, davvero

Di nuovo. Ancora e ancora. Eppure me l'ero scritto addosso never again, con la punta del coltello, per ricordarmelo bene, di non stare mai più così male. E di non lasciare che il demone prendesse il sopravvento. Oggi però l'ho controllato. Oggi è stato un giorno di scoperte. In realtà è stato un giorno come gli altri, iniziato alle sei e trenta, mentre fuori tutto è avvolto da cristalli brillanti. Ricordo tanti inizi come questo. Vorrei poter dare a questa e a tutte le mattine che ci sono state prima di questa il senso che si meritano. Vorrei poter dire, con calma e tranquillità, respirando senza paura - ecco, è per questo - . Per questo ti sei alzata per questo hai corso, sudato, pianto, riso, domandato urlato, per questo hai amato alla follia ognuno di questi giorni azzurri, ora lo so, è stato per quel singolo istante in cui tutto questo puoi riassumere; verso cui tutto questo confluisce; dentro cui tutte le contraddizioni e i nodi e la rabbia si sciolgono.
Ho visto questo istante perfetto. Era lì, e mi sono accorta di averlo davanti perchè d'improvviso mi sono ritrovata indifferente. Quello per cui prima avrei urlato, ora mi sfiora senza che io muova un muscolo. Ho visto l'istante perfetto negli occhi di ***, che non avevo mai visto così in pace. Come un guerriero finita la guerra. Tranquilli e consapevoli. Calmi ma con il fuoco della battaglia che là, nel fondo, ancora brucia. E vederselo davanti, e inspiegabilmente non poterlo far mio, non è stata esattamente una gran cosa.

ma grazie, davvero

Ho anche visto occhi diversi. Ho visto occhi che non meritavano nessun giorno e nessun istante, e non meritavano di esser guardati, e di certo non avevano nulla di perfetto. Ma tutto questo mi ha aiutato a capire.
Le cose dovevano essere diverse, a quest'ora. Scrivevo questo, qualche tempo fa. Lo penso ancora. Io sarei dovuta essere diversa. Dimenticare quel che era di me e cominciare di nuovo, e vedere se forse, per una volta, le cose potessero prendere la strada giusta e dimenticarsi dell'odio e dei giorni insensati.
Così non è stato. Ma noi umani diamo sempre un senso, alle cose. E' nella nostra natura. Di tutto ci facciamo una ragione. Non è da noi, lasciar le cose in sospeso.
Così ho chiuso.
Mi sono accorta di varie cose, in questi giorni indifferenti. Non è stato bello, vedere l'istante perfetto e allungare le braccia per afferrarlo. Non è stato bello, guardarlo andarsene negli occhi degli altri. Non basta scappare, non si può scappare, e io non sono qui, anche questo avevo detto, ed io non c'ero, quel giorno, sulla cresta, io ero altrove.
Questo non sentir niente ha un senso. Questo non voler niente è un sentimento nuovo, e i sentimenti nuovi sono sempre i benvenuti. Senza di lui sarei stata qui, a chiedere all'orizzonte che fare, che fare adesso? Nell'istante perfetto, in cui tutto torna ancora e ancora, all'infinito, tutte le mattine e tutti gli allenamenti acquistano un senso e uno scopo, sarei davvero stata tranquilla?
Voglio pensare che sia meglio, essere ancora incompleta, voglio credere che sia una fortuna, anche se in realtà a tutte queste cazzate non ci credo affatto. Anche se tutto questo non è che un modo per riuscire a tendere ancora all'orizzonte, domattina, e chiedergli di vederlo ancora l'istante, e pregare di poterlo di nuovo inseguire, e un giorno non lontano stringerlo tra le braccia. Anche se queste parole non sono altro che lacrime

grazie, grazie

grazie, davvero

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