Saturday, December 6

Gli estintori sono scarichi (aiuto)

Cazzo azzo azzo....
lo sapevo.
Non sono riuscita a rendere vivibile questa giornata. Ahhhhhhhh ancora ancora e ancora. Non so che dire. Niente mi tocca. Niente. Di niente ho voglia. Nessuno mi manca. Niente desidero. Niente cerco.
Non so perchè, sarà che mi sembra di avere la febbre. Perchè non sono fuori ora? Oggi non ero qui. Non ero qui. Non so dov'ero. Non so dove sono, adesso. Bo. Non so niente.


Gli estintori sono scarichi
gli estintori sono scarichi
gli estintori sono scarichi
gli estintori sono scarichi
gli estintori sono scarichi


Il demone se la ride.
Il demone se la rideva mentre i c'erano i tipi con lo scafandro volevano squartarmi. Davvero. Poi c'era anche qualcuno in angolo che scuoteva la testa. L'uomo sta nell'ombra e dalla sua bocca risuonano parole: "sbagliato sbagliato - questo finale è tutto sbagliato
e adesso? e adesso cosa fai?
Lo sapevi
Tu sai tutto
Eppure ogni volta ti fai fregare"
Ora se la ridono anche gli uomini negli scafandri. Giocano con le provette. Aspettano un qualche oscuro segnale per iniziare a squartarmi, mentre me ne sto legata a questa barella azzurra. Delle cinghie mi legano i polsi. Sono di cuoio. Ma non sono forti. Non sono legate bene. Potrei liberarmi. Potrei scuotermi e strappare tutto e andarmene. Gli uomini con lo scafandro non muoverebbero un dito. Mi guarderebbero andar via. Custodirebbero il bisturi per il prossimo paziente. Magari uscirebbero dalla stanzetta e per farsi una partita a carte. Riporrebbero le tute e tornerebbero nelle loro case, come se nulla fosse successo.
l'uomo nell'angolo scuote la testa. Non vedo i suoi occhi. Porta occhiali strani. E' piccolo. Quasi non si vede, ma sa tutto.
Scuote la testa da un po'.
Muovo le mani. Mi dimeno leggermente. Le cinghie non sono strette. Sopra la mia testa, le luci al neon sono argentee come le nuvole che passano di fianco alla luna piena nelle notti fredde e silenziose. Dalla stanzetta non vedo cielo, o stelle.
Riesco a muovere i polsi. Potrei riuscire ad alzarmi. Un giorno, sarei riuscita. Mica un giorno lontano. Solo ieri avrei potuto strappare lacci e saltellare via.
Ieri, forse.


Mi sta mangiando
li sta mangiando
li sta divorando
li sta consumando
li sta consumando
gli estintori sono scarichi


L'uomo dell'ombra dice qualcosa. Tendo l'orecchio.

" Mai più, mai più
Tienilo a mente
Pensi di farcela, a tenerlo a mente?
Non è difficile "

Gli scienziati in tuta bianca mi guardano. Tutti assieme. Dieci occhi puntati addosso.
Non sento niente, è inutile che mi guardiate. L'uomo dell'ombra è sparito. Proprio adesso che volevo dirgli qualcosa. L'angolo è buio, lui non c'è.
Uno degli scienziati dice: "Ti rendi conto che tutto questo non ha senso? Devi capire che noi adesso non sappiamo come comportarci. Insomma, pensavamo che tu facessi qualcosa. Pensavamo che tu agissi, ti ribellassi. "
Quello di fianco aggiunge: " Questo non era previsto "
Giungono voci tutt'intorno.
" Non puoi fare così."
"Devi rispettare il nostro lavoro"
" Così ci rendi le cose difficili"
Parte una ventola, da qualche parte nella stanza. Dev'essere qualche dispositivo di raffreddamento, perchè l'aria comincia a divenire gelida.
"Lo so che puoi capire. Sappiamo che è una serata no, insomma capita a tutti. Ma qui è una questione di rispetto. Ne va del nostro lavoro."
Adesso vedo il mio respiro farsi nuvola di vapore nell'aria gelata. Di fianco a me c'è uno schermo, non l'avevo visto. Ci sono spiralie immagini vettoriali in sviluppo continuo, infinito. Ho visto qualcosa di simile nello screensaver del pc.
Lo scienziato più vicino lo guarda, poi si china su di me, come a dirmi un segreto, e continua:
" Lo sai che tutto questo non ha un senso? Sappiamo come ti senti. Lo vediamo lì " - e indica lo schermino - " Sappiamo che tutte queste tue parole sono un tentativo di dare un senso a quel mare in tempesta che senti muovere da qualche parte. "
" Tu vuoi che sia così "
" Tu vuoi che resti così "
" Qui è tutto creato da te "
" Anche noi - Siamo tue creazioni "

Buio. Un lampo. Una lucetta verde. Lampeggia, poi si accende, ma non illumina granchè. Gli scienziati sono turbati. Dev'essere saltata la luce. Nemmeno la ventola si sente più. Gli scienziati ora si guardano intorno, paiono spaventati. Non si curano di me.
Poi uno di loro mi guarda.
" Non c'è più "
" Ma è ancora viva? "
Io li guardo. Non mi interessa. Penso ad altro.
" Temo non ci sia più niente da fare "
" Hey? "
Uno scienziato mi conficca il bisturi nella spalla.
Ma questo lo vedo solo dopo. Dopo che ha detto: " Temo sia così. Il paziente non reagisce "
Alza lo sguardo e annuncia:
" Signori, qui abbiamo finito "

Se ne vanno dal mio lettino. Il bisturi è conficcato nel braccio. Non sento niente. Non voglio niente. Nemmeno lo tolgo. Gli scienziati si dileguano.
Lo schermo è nero. L'aria è tornata respirabile.
Nell'angolo c'è qualcuno.
E' l'uomo dell'ombra. Ora sorride.
Se la ride, dietro ai suoi occhiali, ma non smette di scuotere la testa.

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