Monday, December 28

Veni Vidi Vici







Vedo l'esistenza nelle sue più minime determinazioni. La vita come può essere, come forse sarà, oppure come non sarà mai.
Non è forse questo a portare alla disperazione?
Sapere già come andrà a finire. Sapere in partenza di non poter trovare le parole. La rabbia che divora tutto. Capisco solo ora che cos'è davvero la furia cieca. Già il mio corpo non risponde più, non vuole saperne, si contorce in un odio senza direzione. Non sa risolversi. Come potrebbe?
La mia mente ormai è fissata, dovrò dirtelo, prima o poi dovrò confessare tutto. La rabbia, la rabbia che tutto trascina con sé è energia che sgorga da chissà dove, energia che toglie altra energia per il resto. Da dove arriva questa maledetta agitazione? Dal confronto, dal continuo pensare agli altri, che è un continuo pensare a se stessi. Vorrei essere un sasso del fiume su cui l'acqua di anni e secoli scorre senza traccia. Sono invece una foglia nell'aria della sera, il profilo nero, nitido e perfetto delle montagne non fa che peggiorare le cose; l'orizzonte ancora chiaro, azzurrino, mille colori diversi in una luce perfetta, attirano e respingono la mia mente stanca.
Sono molte cose assieme, oggi.
La rabbia vuole qualcosa di me, un pezzo da portarsi via, scappo sempre più in alto sperando nella catarsi, lei mi raggiunge, fuggo di nuovo. E di tutta la mia fuga, non ti è dato sapere nulla. Chissà poi quanto potrebbe interessarti. Ecco, altra rabbia a questo pensiero. Altra rabbia sapendo che è inutile. Altra ancora scrivendo queste parole, insensate tranne che per me. Ma io, tu, noi, cosa siamo? Sassi del fiume in attesa di una piena? Seguiamo il corso delle cose e della vita come fosse un corso naturale, semplice, già inscritto in regole archetipiche e originarie? E perché mai dovremmo?
Una notte, quella notte, forse un po' prima, ti confesserò tutto. Non mi interessano né Io né Tu, perché se vuoi saperlo lo e Tu non esistono.
Non esiste nulla, se non quello che noi vediamo e vogliamo vedere, ma a te questi discorsi sembrano un delirio, non è così?
Eppure qualcuno fuggirà, qualcuno dovrà fuggire nella notte in cui voglio dire la verità, e smetterla di far finta; non è colpa mia se non sono un sasso del fiume, un ramoscello nel vento, non è colpa mia se non mi piace seguire il corso delle cose come fosse physis, natura cieca e senza scampo. Dal momento che ci è possibile scegliere, tanto vale farlo.
Chissà, chissà in quella notte chi fuggirà via.
Chissà chi di noi rimarrà confuso, a guardare Orione che silenzioso, luminoso, lento, attraversa inesorabile il freddo cielo invernale.

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